Raffreddore gatto: i sintomi della malattia e le cause
Il raffreddore nel gatto è una malattia piuttosto comune, soprattutto nei gatti che trascorrono molto tempo all’aperto come il Maine Coon e il Bengala, e non va mai sottovalutata perché se trascurata può avere serie conseguenze per la salute del micio.
Le fredde temperature invernali, unite all’aumento dell’umidità e agli sbalzi termici, facilitano l’insorgenza del raffreddore nel gatto ma i felini possono ammalarsi anche nei mesi più caldi a causa delle correnti d’aria e dei cambiamenti di temperatura.
Il raffreddore felino è un’infezione virale che colpisce le vie respiratorie ed è causato da un abbassamento delle difese immunitarie o da una carenza nell’alimentazione del micio. In genere, la durata del malessere, in un esemplare adulto e sano, è di circa dieci giorni e si può curare a casa seguendo pochi e semplici accorgimenti.
Tuttavia, se abbiamo a che fare con un cucciolo, una gatta che allatta, un micio malato o un animale anziano è necessario rivolgersi subito al veterinario per prevenire possibili complicanze che possono tramutarsi in problemi più seri come la polmonite.
Ecco quali sono i sintomi a cui prestare attenzione:
- spossatezza
- letargia e apatia
- starnuti frequenti
- tosse
- difficoltà nella respirazione
- difficoltà a deglutire
- secrezioni dagli occhi e dal naso
- naso irritato, screpolato o eccessivamente umido
- congiuntivite e gonfiore della terza palpebra
- perdita di appetito causata dalla difficoltà di percepire gli odori del cibo
- febbre
- perdita di peso
È importante ricordare che il raffreddore del gatto non può essere trasmesso agli esseri umani perché, pur presentando gli stessi sintomi, le origini sono diverse. Infatti, nei felini il raffreddore dipende da virus come Herpesvirus e il Calicivirus mentre nell’uomo il responsabile è il Rhynovirus.
Il contagio è possibile solo tra gatti e avviene in maniera diretta, quando l’animale malato entra in contatto con altri felini, e indiretta, attraverso oggetti contaminati come ciotole, giocattoli o coperte.
Se il gatto presenta i sintomi tipici del raffreddore è consigliabile lasciarlo tranquillo, non forzarlo in nessun modo, monitorare la situazione e attendere circa 48-72 ore prima di recarsi da veterinario.
Una volta trascorsi i 2-3 giorni, se il micio ha febbre, non mangia e beve a sufficienza e non mostra segni di miglioramento, non resta che rivolgersi al veterinario. Il medico effettuerà le opportune analisi per escludere la presenza di polipi nasali o l’insorgenza di problemi con sintomi simili a quelli del raffreddore come allergie, infezioni e tumori.
Raffreddore gatto: come prendersene cura e quali sono gli errori da evitare
Per alleviare i sintomi del raffreddore del gatto, oltre a seguire le indicazioni e l’eventuale terapia farmacologica prescritta dal veterinario, è necessario tenere il micio al caldo e lasciarlo riposare per consentirgli di recuperare le forze nel più breve tempo possibile.
Vediamo insieme quali sono le cose da fare e gli errori da evitare quando il nostro gatto è raffreddato:
- Medicine: somministrare all’animale solo ed esclusivamente i farmaci prescritti dal veterinario e rispettare scrupolosamente il dosaggio. Non dare mai al gatto farmaci destinati agli esseri umani;
- Contatto con altri gatti: evitare il contatto con altri gatti per contenere il rischio di contagio;
- L’umidità dell’ambiente: aumentare l’umidità dell’abitazione con un umidificatore per aiutare il micio a respirare meglio o, in alternativa, fargli fare dei bagni di vapore per circa 15 minuti. È sufficiente far scorrere l’acqua calda in bagno mantenendo porta e finestre chiuse per fare accumulare il vapore che servirà a decongestionare le vie respiratorie;
- Il cibo: è necessario stimolare l’appetito del gatto o imboccarlo perché l’animale, a causa dell’inappetenza provocata dal virus, tende a mangiare poco poiché ha difficoltà a sentire odori e sapori. L’ideale è proporgli cibi dal profumo forte e inteso e bagnarli con del brodo di pollo per facilitare la deglutizione. Anche tritare il cibo può rivelarsi una buona idea soprattutto se la gola è irritata è l’animale fa fatica ad ingoiare. Se il gatto non vuole proprio saperne di mangiare, si può provare ad avvicinare il cibo alla bocca e al naso o ad aprire delicatamente la bocca per dargli un piccolo boccone e provare a stimolare la fame. Infine, un utile trucchetto per invogliarlo a mangiare è sporcargli la zampa anteriore con il cibo così, quando si leccherà per pulirsi, finirà per ingerirlo;
- Idratazione: un gatto raffreddato ha bisogno di un’alimentazione bilanciata e arricchita da liquidi. Quindi, oltre a cibi umidi e brodo di pollo, non deve mai mancare dell’acqua fresca perché a causa del virus l’animale può disidratarsi facilmente;
- Pulizia di occhi e naso: pulire l’area attorno agli occhi e al naso del gatto con delle garze sterili imbevute di soluzione fisiologica per evitare che l’accumulo di lacrime e muco possano formare delle croste;
- Tranquillità e riposo: assicurare al gatto uno spazio tranquillo, caldo e al riparo da rumori forti che possono infastidirlo. Non obbligare il micio a muoversi o giocare e tenerlo al riparo da correnti d’aria;
- Cosa fare durante la convalescenza: durante la convalescenza, per prevenire possibili ricadute, utilizzare integratori naturali, come l’echinacea e la propoli, che rinforzano il sistema immunitario.
Raffreddore gatto: prevenzione e consigli
Prevenire è meglio che curare, recita un vecchio adagio. Vale anche quando si parla di raffreddore del gatto che può essere contrastato solo se si rispetta il calendario delle vaccinazioni concordate con il veterinario.
Per tenere lontano il raffreddore bastano poche e semplici precauzioni:
- mantenere costantemente pulito lo spazio in cui vive l’animale
- la temperatura ideale dell’abitazione deve essere pari a 20 gradi
- la cuccia del pet va posizionata in una zona calda e asciutta della casa.